TERRAMIA WORLD RUNNERS
TCS New York City Marathon
IL COMMENTO TECNICO DI ORLANDO PIZZOLATO
In questa prima domenica di novembre a NY i maratoneti erano già sulla via della partenza verso Staten Island, che appena si intravedeva l’alba dietro gli alberi del Central Park. E’ iniziata con questo scenario una lunga giornata per i tantissimi corridori che hanno affrontato l’impegno della 53^ edizione della più famosa maratona al mondo.
Diversamente dai giorni precedenti, la temperatura si è abbassata e di parecchio, rendendo l’aria molto frizzante, preambolo di condizioni climatiche praticamente ideali per correre, ottimizzate da un cielo limpido e terso, che faceva apparire più vicini i grattacieli di Manhattan.
Con tanta emozione, com’è naturale che sia per un evento di questa portata, alle 9,15 è scattato il via della prima delle 5 wave, e il serpentone di corridori ha dapprima invaso le rampe del Verrazano Bridge, riversandosi successivamente sulle strade degli altri 4 quartieri della Grande Mela.
Lungo il percorso tanta gente festante come sempre a incitare i quasi 60 mila maratoneti che sono stati preceduti dai professionisti: dapprima sono transitate le donne e gli uomini dopo qualche decina di minuti.
Per entrambe queste competizioni la velocità di corsa non era sostenuta, probabilmente perché la brezza che spirava da nord est, e quindi contraria al senso di corsa, suggeriva di non forzare al fine di risparmiare le energie per la seconda parte di gara, notoriamente più impegnativa a causa dei numerosi saliscendi.
A metà corsa un consistente gruppo di uomini è transitato con il tempo di 1h05’35” mentre un altrettanto numeroso gruppo di donne ha superato la metà corsa in 1h14’00”. Sia dai riscontri cronometrici, sia dalla nutrita presenza di corridori in testa a entrambi le competizioni, si intuiva che ci sarebbe stata una particolare selezione nella seconda parte di corsa. E con il passare dei chilometri l’andatura si è ravvivata sempre più, causando una sorta di “sgretolamento”, che ha lasciando due coppie a contendersi la vittoria nei chilometri finali dentro il Central Park.
L’evoluzione finale è stata molto simile sia per la gara femminile, sia per quella maschile.
Tra le donne la keniana Sheila Chepkirui, all’esordio alla maratona di New York, ha staccato nei 600m finali la favorita e campionessa uscente, Hellen Obiri. Tra le due un distacco di soli 14″. Tempo finale di 2h24’35” per Chepkirui, e 2h24’49” per Obiri. Sul podio un’altra keniana: Vivian Cheruiyot con il tempo di 2h25’21”.
Quasi volata anche tra gli uomini e a vincere è stato l’olandese, di origini somale, Abdi Nageeye con il tempo di 2h07’39”, davanti al kenyano Evans Chebet (2h07’45”). Terzo un altro keniano: Albert Korir (2h08’00”). Il campione olimpico di Parigi e vincitore di NY lo scorso anno, l’etiope Tamirat Tola, si è classificato 4° (2h08’12”).
Nageeye aveva già corso a NY per tre volte e nel 2022 era arrivato terzo.
Questo l’esito della corsa dei professionisti, corridori che danno spettacolo per l’alto contenuto agonistico, ma allo spettacolo di colori ed emozioni si assiste qualche decina di minuti dopo e che dura a lungo. Per ore le strade del Central Park risuonano di applausi e incitamenti che noi del pubblico sentiamo di rivolgere a ogni maratoneta che passa.
Questa maratona non è “semplicemente” una corsa: è uno scorrere di tante storie incentrate in ogni corridore che ti transita davanti, che con il suo sforzo fa sì che la maratona di questa città sia unica, entusiasmante, affascinante.
Orlando Pizzolato